I contratti mepa sono scritture private e quindi necessitano di bollo virtuale solo in caso d’uso

La direzione regionale Lombardia dell’Agenzia delle Entrate con l’interpello del 13 settembre 2018 n. 976-571 risponde sull’obbligo di applicazione del bollo sui contratti che vengono stipulati con le pubbliche amministrazioni attraverso il Mepa, il portale elettronico della Pa.

E’ confermato che Il  contratto tramite Mepa è, pur sempre  “stipulato per scrittura privata, che può consistere anche nello scambio dei documenti di offerta ed accettazione firmati digitalmente dal fornitore e dalla stazione appaltante”,   ma si è evidenziato che i contratti pubblici conclusi attraverso il Mepa vengono effettivamente stipulati attraverso corrispondenza con un apposito scambio di lettere o e-mail e, in assenza della firma contestuale dei contraenti.  Ciò ha trovato conferma a livello normativo ad opera dell’articolo 32, comma 14, Dlgs. 50/2016, secondo cui il contratto pubblico è stipulato “ in caso di procedura negoziata, ovvero per gli affidamenti di importo non superiore a 40.000 euro, mediante corrispondenza … consistente in un apposito scambio di lettere, anche tramite posta elettronica certificata e strumenti analoghi”.

Ricorrendo ad una vecchia norma l’articolo 24 della tariffa , parte seconda, allegata al Dpr 642/1972, l’Agenzia ha ricordato che la stipulazione a mezzo raccomandata rende applicabile il bollo solo in caso d’uso, poichè, considerata l’equivalenza delle due procedure, ha concluso  per la sussistenza di un contratto sottoscritto per corrispondenza.