La «rimproverabilità» dell’evento all’amministrazione costituisce il presupposto indefettibile per poter ravvisare una sua possibile responsabilità risarcitoria. Il risarcimento del danno non consegue automaticamente dall’atto amministrativo illegittimo, essendo necessaria la colpevolezza dell’azione dei suoi uffici e dovendo essere verificato se l’adozione e l’esecuzione dell’atto impugnato siano avvenute in violazione delle regole di imparzialità, correttezza e buona fede. In questo contesto, la funzione consultiva delle alte magistrature ha una essenziale funzione «collaborativa» nella prospettiva del buon andamento, della legittimità e regolarità dell’atto, dello svincolo quindi dai possibili errori fonte di risarcimento. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che può esserci errore, sebbene «scusabile», in presenza di parere dello stesso Consiglio di Stato in quanto la funzione consultiva non è una forma di co-gestione o co-amministrazione, ma un astratto coordinamento interpretativo di regole e attività dei pubblici uffici.